sabato 21 giugno 2014

Comunicato stampa dell'ENPA sul caso del delfino seppellito

L’Enpa ha scritto al ministro dell'Ambiente, Ministro della Salute, Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Ministro degli Interni e al Comando Generale delle Capitanerie di Porto per avere con urgenza non solo spiegazioni e informazioni in merito ad un delfino spiaggiato e poi seppellito in una spiaggia pubblica a Lesina (Foggia) ma anche notizie su
altri cetacei che si sarebbero spiaggiati ma di cui non v'è traccia.

È da evidenziare, come riferiscono gli stessi cittadini che hanno segnalato il fatto, che lungo tutto il litorale Torre Mileto -"Schiapparo"- (Foggia) via sia una massiccia presenza di cumuli di amianto e di bidoni dell'immondizia rovesciati e quindi inutilizzabili. Il degrado della zona è ampiamente documentato da immagini presenti in rete, che non lasciano spazio a dubbi.

«Abbiamo segnalato l'ennesimo caso di cattiva gestione dello spiaggiamento di un delfino e della mancata applicazione dei necessari protocolli a tutela della specie stessa, della salute e dell'incolumità pubblica», dichiara il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri. «Il ritrovamento del cetaceo, in fase iniziale di decomposizione e il sotterramento dello stesso con l'ausilio di una escavatrice è avvenuto presso Torre Mileto e Marina di Lesina lo scorso 5 giugno. Il tutto è stato ampiamente documentato da alcuni lungimiranti cittadini che descrivono e dimostrano, tramite le immagini, come si siano susseguiti, di fatto, una serie di comportamenti gravemente omissivi, pericolosi e, a nostro avviso, anche illegittimi. Le notizie che abbiamo appreso anche dagli organi di informazione riguardano inoltre una serie di cetacei spiaggiati e deceduti, di cui non vi è però traccia e anche di questo episodio abbiamo richiesto chiarimenti immediati. Ci chiediamo quali siano stati i protocolli operativi messi in opera, come sia stato possibile occultare i corpi di animali appartenenti per altro a specie particolarmente protette senza aver escluso che il decesso fosse stato causato da azione umana o da patologie proprie della specie quali il morbillivirus. Se e come sia intervenuto un medico veterinario competente in grado di stabilire i provvedimenti necessari, notoriamente stabiliti dai protocolli internazionali e soprattutto come sia stato possibile interrare in una spiaggia pubblica l'animale senza aver escluso possibili zoonosi e, inoltre, non aver segnalato l'interramento e impedito l'accesso alla spiaggia stessa per le ragioni di cui sopra.»

L’Enpa ha quindi richiesto ai Ministeri competenti quali siano le azioni intraprese per garantire la rete di pronto intervento operativa per i cetacei spiaggiati, quali siano gli enti di riferimento e a che titolo siano stati coinvolti, quali siano i provvedimenti, le determinazioni e gli atti ufficiali emanati dai Ministeri tesi a garantire il corretto servizio di intervento sui cetacei spiaggiati e con quali strumenti, mezzi e coordinamento. (20 giugno)

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