Quella dell'Istmo Schiapparo sembra essere una storia infinita. Non si riesce a trovare un inizio e né tantomeno una fine. Una storia che oltre ad essere infinita è anche oscura, fatta da società immobiliari, Piani di Lottizzazioni e progetti, più o meno noti, che grazie al contributo del blog e del giornalista Giuseppe Ciccomascolo, stanno emergendo quasi come dei pezzi di un puzzle immenso da mettere assieme, e che
stanno delineando un quadro davvero inquietante.
stanno delineando un quadro davvero inquietante.
A questo puzzle, oggi, possiamo aggiungere un altro pezzo, che trova radici nel marzo 1975, quando i parlamentari Di Gioia, Vania e Pistillo fanno un'interrogazione alla Camera dei Deputati rivolta a l'allora Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste, Giovanni Marcora (DC), sull'acquisto di terreni demaniali a San Nicandro G. e Lesina.
Secondo il testo dell'interrogazione, a quel tempo, l'ente di Sviluppo Agricolo di Puglia era in trattativa con alcune società (SIATI, LACMAR, IFIS ecc.) "che si considevano proprietarie di terreni demaniali in agro di San Nicandro Garganico e Lesina, per l'acquisto di 566 ettari di terreno della "Sacca Orientale" e di "Bosco Isola", da decenni occupati e regolarmente coltivati da 342 contadini della zona che hanno in corso da tempo una pratica presso il Commisariato degli usi civici di Bari per la legittimazione di queste terre demianli". Insomma, queste presunte società immobiliari che risultano proprietarie dei terreni su cui oggi sorgono le case abusive dell'Istmo, esistono da quasi mezzo secolo, proprio quando sull'Istmo la gente iniziava a costruire le prime case. Queste società nel 1972 offrirono in vendita all'Ente Agricolo pugliese i terreni dell'Istmo Schiapparo di loro proprietà, ma, poichè tali terreni erano rivendicati dai comuni di Lesina e San Nicandro a favore della collettività, l'offerta non fu presa in esame. E da allora pare che l'interessamento di una parte di queste società per l'Istmo Schiapparo sia scomparso, almeno per il momento.
Ma dall'interrogazione dei tre parlamentari, emergono particolari estremamente importanti. Infatti, "se non ci fosse stato l'ostacolo rappresentato da un giudizio pendente tra i comuni di San Nicandro Garganico e Lesina (la famigerata Vertenza Confinaria, ndr) per la delimitazione dei confini, il demanio sarebbe stato già affrancato a favore degli attuali possessori". Ciò significa, che a quel tempo, quando il Parco Nazionale del Gargano non esisteva ancora, c'era la grossa possibilità per i contadini della zona di entrare in pieno possesso dei terreni sui quali era in corso la costruzione del villaggio abusivo di Torre Mileto. Ma purtroppo la Vertenza tra Lesina e San Nicandro, apertasi nella seconda metà dell'800, avrebbe bloccato le affrancazioni dei terreni, proprio perchè si attendeva l'esito della Vertenza, che ad oggi, dopo oltre un secolo non è stata ancora definita e che continua a tenere sotto uno stato vegetativo tutta la zona.
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