sabato 10 ottobre 2015

Comitato, una lettera al Presidente Emiliano. 16 presidenti, 20 piani edili, a cosa sono serviti?

Michele Emiliano


Una lettera lunga oltre quattro pagine, indirizzata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all'Assessorato regionale all'Urbanistica e al Commissariato degli usi civici di Bai, nella quale i maggiori esponenti del Comitato "Salviamo l'Istmo e la Sacca Orientale", hanno ripercorso tutta la storia che ha portato alla nascita del villaggio abusivo di Torre Mileto, partendo dalla bonifica attuata dai
sannicandresi con la costruzione del Canale Schiapparo, fino ai giorni nostri, senza tralasciare l'intricata faccenda delle società immobiliari.

"Nel 1961 - si legge nella lettera - tutta la zona della Sacca Orientale, la striscia sabbiosa tra il mare Adriatico e la laguna lesinese, venne acquistata con atto di transazione dalla SIATI spa. Questa società frazionò l'estensione delle terre cedendole alle società: Blanchet spa, Belmare spa, IFIS, Lacmar e Lesina srl 2".
Secondo i sei firmatari, le società non avrebbero provato il loro diritto di proprietà di alcuni terreni, nei vari ricorsi presentati alla pretura di Apricena. Per questo, non si doveva permettere alla Lesina srl di presentare il PIRT che invece "doveva essere promosso dai due comuni di Lesina e di San Nicandro Garganico", in quanto "consegnare l'Istmo alle società sarebbe una cattiveria imperdonabile oltre che una sconfitta storico-politica-sociale di migliaia di lavoratori".

Non sono mancate critiche anche nei confronti delle Istituzioni, accuste di essere rimaste in un "colpevole silenzio" e in una "complicità sorda e cieca, al punto di sollecitare l'abusivismo". Sarebbero 16 i governatori della Regione Puglia che si sono succeduti in questi anni e oltre 20 i piani di programmazione edile emanati dal governo regionale che a nulla sarebbero serviti a risolvere la questione Schiapparo.
"Qui non ci sono state cessioni di aree a costruttori di grattacieli, di grandi alberghi, di locali del vizio - hanno sottolineato i firmatari - qui ci sono casette con qualche metro di giardino messe su da operai, contadini ed eredi degli occupatori delle pozzanghere"
"Riponiamo le nostre ultime speranza in Lei (Michele Emiliano, ndr)" hanno concluso i sei schiapparesi, auspicando un recupero urbanistico e ambientale della zona, con la conseguente legalizzazione delle case.

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