Ancora strali su Torre Mileto da parte di Legambiente. Nel dossier
“Mare Mostrum” di quest’anno si legge del villaggio abusivo di Torre
Mileto che è sempre posizionato al quinto posto nella top5 degli scempi
italiani. Infatti si legge che il villaggio costruito negli anni 70 è
completamente abusivo e si estende per circa 10 chilometri sulla fascia
di terra che separa il lago di Lesina dal mare. Sono ben 2.800 le case,
tra le quali non mancano quelle di esponenti istituzionali, che dalla
sabbia sono sorte per miracolo, senza fondamenta e rete fognaria. La
Regione Puglia nel 2009 aveva approvato una delibera per l’abbattimento
di circa 800 di queste costruzioni, quasi tutte ormai abbandonate da
tempo, ma a distanza di 4 anni di ruspe nemmeno l’ombra. Una notizia che si ripete da anni e sulla quale Legambiente fa
pressione per poter avviare le demolizioni tanto auspicate e
insistentemente richieste.
Ma perché Legambiente non interviene presso gli enti preposti e,
innanzitutto, presso la Regione Puglia per mettere fine alla vicenda?
Sì, è vero, ci sono 2800 costruzioni abusive. Demolirle non
significherebbe rovinare e deturpare definitivamente quel territorio con
inevitabili danni al suo eco-sistema ambientare (mare – lago)? Quei
milioni di tonnellate di cemento rimarrebbero sicuramente sempre su quel
territorio (come già successo per quelle costruzioni già abbattute con
tutto il materiale di risulta ancora lì presente quasi come deterrente
agli abusi. Se ora l’istmo è un eco mostro, con le abitazione demolite
come dovrebbe essere definito? Non sarebbe meglio, anche da parte di
Legambiente, trovare una soluzione affinchè quel territorio possa
trovare una “sistemazione ambientale” definitiva? Legambiente ha
perfettamente ragione quando parla di abusivismo, ma, come si dice, la
fritatta è fatta. A questo punto meglio recuperare quel territorio che
(e questo Legambiente lo sa) doveva essere protetto prima dagli enti
preposti a farlo ma che gli stessi hanno contribuito a farlo diventare
quel mostro, come definito dagli ambientalisti.
Perché con i due comuni interessati (Lesina e San Nicandro), con le
associazioni che si occupano della vicenda, Legambiente non apre un
tavolo di lavoro alla Regione Puglia per chiudere questa vicenda che
dura da decenni? C’è un Pirt già presentato e quasi certamente ne verrà
presentato un altro. Pare che la Regione voglia dare il suo contributo
per definire il tutto. E allora? Basterebbe una cabina di regia, un
impegno maggiore da parte di tutti e la volontà di arrivare ad un
obiettivo: salvare tutto quello che si può salvare e impedire altri
abusi. Converrebbe a tutti, basto solo volerlo.
Fonte: civico93.it
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