martedì 29 ottobre 2013

LEGAMBIENTE: le case abusive dell'Istmo vanno abbattute

Ancora strali su Torre Mileto da parte di Legambiente. Nel dossier “Mare Mostrum” di quest’anno si legge del villaggio abusivo di Torre Mileto che è sempre posizionato al quinto posto nella top5 degli scempi italiani. Infatti si legge che il villaggio costruito negli anni 70 è completamente abusivo e si estende per circa 10 chilometri sulla fascia di terra che separa il lago di Lesina dal mare. Sono ben 2.800 le case, tra le quali non mancano quelle di esponenti istituzionali, che dalla sabbia sono sorte per miracolo, senza fondamenta e rete fognaria. La Regione Puglia nel 2009 aveva approvato una delibera per l’abbattimento di circa 800 di queste costruzioni, quasi tutte ormai abbandonate da tempo, ma a distanza di 4 anni di ruspe nemmeno l’ombra. Una notizia che si ripete da anni e sulla quale Legambiente fa pressione per poter avviare le demolizioni tanto auspicate e insistentemente richieste.

Ma perché Legambiente non interviene presso gli enti preposti e, innanzitutto, presso la Regione Puglia per mettere fine alla vicenda? Sì, è vero, ci sono 2800 costruzioni abusive. Demolirle non significherebbe rovinare e deturpare definitivamente quel territorio con inevitabili danni al suo eco-sistema ambientare (mare – lago)? Quei milioni di tonnellate di cemento rimarrebbero sicuramente sempre su quel territorio (come già successo per quelle costruzioni già abbattute con tutto il materiale di risulta ancora lì presente quasi come deterrente agli abusi. Se ora l’istmo è un eco mostro, con le abitazione demolite come dovrebbe essere definito? Non sarebbe meglio, anche da parte di Legambiente, trovare una soluzione affinchè quel territorio possa trovare una “sistemazione ambientale” definitiva? Legambiente ha perfettamente ragione quando parla di abusivismo, ma, come si dice, la fritatta è fatta. A questo punto meglio recuperare quel territorio che (e questo Legambiente lo sa) doveva essere protetto prima dagli enti preposti a farlo ma che gli stessi hanno contribuito a farlo diventare quel mostro, come definito dagli ambientalisti.

Perché con i due comuni interessati (Lesina e San Nicandro), con le associazioni che si occupano della vicenda, Legambiente non apre un tavolo di lavoro alla Regione Puglia per chiudere questa vicenda che dura da decenni? C’è un Pirt già presentato e quasi certamente ne verrà presentato un altro. Pare che la Regione voglia dare il suo contributo per definire il tutto. E allora? Basterebbe una cabina di regia, un impegno maggiore da parte di tutti e la volontà di arrivare ad un obiettivo: salvare tutto quello che si può salvare e impedire altri abusi. Converrebbe a tutti, basto solo volerlo.

Fonte: civico93.it

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