mercoledì 8 agosto 2018

VERTENZA CONFINARIA, il Comune di Lesina si costituisce e chiede il risarcimento totale delle spese

Comune di Lesina
Prosegue l'iter della famigerata Vertenza Confinaria, che circa due settimane fa ha visto il Comune di Lesina costituirsi innanzi alla Corte d'Appello di Roma - Sezione Speciale Usi Civici, dopo l'atto di reclamo presentato dal comune di San Nicandro Garganico e dagli Eredi Masselli, contro la sentenza emessa il 10 aprile scorso.

La sentenza era attesa da tantissimi anni, ma l'entusiasmo della sua pubblicazione era stato subito spazzato via dal Comune di San Nicandro, che tramite l'ex sindaco Gualano, aveva presentato un ricorso in Appello, nonostante il parere negativo espresso dagli uffici tecnici del Comune (leggi).

La città si era così divisa tra chi era favorevole al ricorso presentato dal Comune di San Nicandro per vedere riconosciuti gli usi civici sulla Sacca Orientale e chi invece era contrario, perché questo ricorso avrebbe ancora una volta prolungato i tempi di risoluzione per lo Schiapparo. E di anni ne sono passati già troppi.

Intanto il Comune di Lesina si è chiaramente costituito nel giudizio, mettendo a disposizione dal bilancio una somma massima di 18 mila euro come risorsa economica per sostenere le spese legali dinanzi alla Corte di Appello di Roma.

Nella delibera approvata dalla Giunta del Comune di Lesina, è stato precisato che è intenzione del Comune non solo ottenere il mantenimento del provvedimento che è stato impugnato da San Nicandro, ma anche richiedere la condanna delle controparti al risarcimento delle spese di tutti i gradi di giudizio per temerarietà della lite.

Semmai il Comune di San Nicandro dovesse essere condannato al risarcimento delle spese di giudizio, si potrebbe trovare a sborsare una cifra non ancora quantificata ma che potrebbe essere molto salata per il bilancio comunale.

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog è uno spazio aperto a chiunque, e utile al confronto. Voi siete gli unici responsabili dei vostri commenti, i quali non devono contenere un linguaggio offensivo o che violi le leggi italiane.